La riposta del fiume adottato

 
Nonostante gli svariati disagi, però, il tratto dell’Esino che scorre nell’area compresa tra l’uscita della SS76 Maiolati-Castelplanio e quella di Apiro-Mergo, è rimasto negli argini. È, quindi, il momento di parlare della necessità di un’attività preventiva, basata sulla cura e sulla pulizia del fiume stesso.
 
I due kilometri di fiume in questione, dal 2012, sono stati, infatti, “adottati”. Grazie ad una stretta collaborazione tra pubblico e privato, si è posto in essere un ingente intervento nel corso degli ultimi anni, che ha già portato i suoi frutti. È quindi evidente l’importanza dell’aver riportato il fiume all’interno dei suoi argini naturali, ripristinandone l’originale configurazione, di continuare a provvedere periodicamente e sistematicamente alla pulizia e alla manutenzione degli argini e degli alvei del fiume e alla manutenzione e alla pulizia della vegetazione e delle alberature circostanti.
 

 
È stato creato un gruppo che unisce e coinvolge la Provincia di Ancona, capitanato dall’Ingegner Massimo Sbriscia, Dirigente del Settore Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente e Capo della Protezione Civile, insieme ad una molteplicità di Istituzioni, come la Regione Marche, i Comuni circostanti di Rosora e Maiolati, in un confronto ed una collaborazione paritetici con una realtà imprenditoriale importante e radicata nel territorio, come il Gruppo Loccioni.
 
L’impegno diretto di un’impresa privata ha fatto sì che la gestione stessa del fiume sia stata semplificata, generando un’unità di intenti tra tutte le Autorità e rendendo i processi decisionali più veloci ed attuabili. Il Sindaco di Maiolati Spontini, Giancarlo Carbini ha affermato: “Enrico Loccioni aveva visto giusto nel volere fare i lavori lungo l’alveo del fiume Esino e avevamo visto giusto anche noi, con l’importante aiuto del nostro Ufficio Tecnico, nel costruire insieme un percorso che superasse le tante difficoltà burocratiche”.
 
      
 
Accanto all’attività preventiva, è stata altrettanto importante quella di continuo monitoraggio del livello del fiume: gli aggiornamenti raccolti e comunicati in tempo reale dalla Protezione Civile della Regione Marche, sono stati efficacemente integrati in un sistema di monitoraggio ideato e gestito dal Gruppo Loccioni. I 2 kilometri adottati dell’Esino sono diventati un vero e proprio laboratorio di innovazione tecnologica per la sicurezza. Sono già stati implementati un sistema di webcam ed un sistema di sensori per lo scalzamento delle pile, di sensori idrometrici per la rilevazione del livello del pelo dell’acqua, di briglie, vale a dire dei salti artificiali per la gestione della corrente dei fiumi. L’integrazione di queste soluzioni altamente innovative, ha permesso di misurare e verificare l’andamento della piena e di attivare, con un’ora di anticipo, un piano di emergenza per limitare i possibili danni.
 
Anche l’attività di salvaguardia del Ponte di Scisciano è stata cruciale. Proprio l’estate scorsa, grazie all’attività e agli investimenti provenienti da questa collaborazione, la quarta campata è stata aperta, rinforzandone le fondazioni, e anche il ponte è stato dotato di molteplici webcam e svariati sensori per il monitoraggio del fiume. Questo importante intervento di manutenzione ha evitato che il ponte cedesse all’irruenza del fiume, sventando che crollasse come nel 1990.
 

Questo rappresenta un valido modello di collaborazione, facilmente attuabile ed auspicabile, che consente di avere una visione sistemica e funzionale del fiume, e più in generale del territorio in cui esso si colloca. Anche il Sindaco di Rosora, Lamberto Machetti, ha riconosciuto che “I lavori che Enrico Loccioni ha effettuato nel tratto del fiume Esino, oltre ad aver protetto dalla sicura inondazione l’ azienda, ha difeso anche parte del territorio mettendo in sicurezza diverse famiglie. È stata una scelta lungimirante, che dovrebbe essere d’esempio per tutti”.
 
Collaborazioni come questa, portano quindi alla ottimizzazione e alla riformulazione di una gestione intelligente ed oculata delle risorse economiche sul territorio: investono in attività lungimiranti di manutenzione predittiva e periodica, andando a prevenire i dissesti idrogeologici, portando nel lungo periodo ad una riduzione delle risorse necessarie per le attività legate alla sicurezza immediata, al soccorso e alla ricostruzione.